Ad un siciliano, amante geloso della sua terra che lui solo può denigrare, sembra strano che altri riservino alla bella isola altrettante attenzioni. Ma il British Museum ha fatto di più: dal 16 aprile al 14 agosto 2016 nella più illustre istituzione britannica è in atto una mostra che vuole celebrare la storia della Sicilia in un magnifico itinerario. Sono stati scelti, a questo scopo, i greci e i normanni, due popoli lontani nel tempo, ma accomunati dal fatto di aver dato vita ad una peculiare civiltà e di aver lasciato nell’isola assoluti capolavori.
Chi vuole essere deliziato ascoltando quelle storie non ha che da prenotare un volo per Londra e sarà subito ammaliato. Ma, nello stesso tempo, quanti, avendo visto la mostra e non avendo ancora avuto la fortuna di visitare la Sicilia, non cercheranno di andare sui luioghi in cui quella storia si è svolta? Saranno 200 gli oggetti in esposizione e si tratta di quanto di più squisito l’ingegno e l’abilità dell’uomo hanno saputo e voluto produrre.
Sull civiltà greca in Sicilia ci sarebbe poco da aggiungere tanto è la fama che ancora di essa risuona attraverso i millenni. Per molti europei la Sicilia è stata la Grecia classica per definizione. Un eau de parfum di quella cultura, inebriante e sensuale, a cui dedicare un mese, un anno o tutta la vita. Molti ricchi turisti, infatti, non tornarono più in patria stregati, è il caso di dirlo, dalle sirene sicule.
In mostra troviamo, frammenti di templi, splendidi bassorilievi, ornamenti, gioielli, come i bracciali a forma di serpente (l’uroboros), orecchini di foggia orientale e monete dallo splendido conio. Dopo Bizantini e i Goti arrivavano gli Arabi, a loro volta cacciati dai Normanni, popolazione vichinga ingentilitasi sulle coste della Normandia. Il miraggio del sole mediterraneo attirava questi poderosi guerrieri che riuscirono a sottomettere tutta l’Italia meridionale. Nell’isola, diedero vita ad un regno rimasto nei secoli quale esempio di convivenza rispettosa delle diversità. Tre popoli e tre religioni (ebrei, arabi e cristiani) vivevano insieme, nel complesso pacificamente, sotto il controllo di uno Stato forte e ben organizzato. La mostra culmina con la ricostruzione del tempo e dei capolavori della corte di Ruggero II e di di Federico II, suo nipote, il mitico imperatore detto «stupor mundi» per esaltare la grandezza e l’inarrivabile fasto che caratterizzava la sua corte (si possono ammirare anche due deliziosi pezzi da scacchiera in avorio, tra i più antichi al mondo). Il soffitto della Cappella palatina è stata ricostruito per poterne ammirare, da vicino, la bellezza. Gli oggetti in mostra, in parte, provengono dalla collezione dello stesso British Museum, altri sono arrivati dalla Sicilia, in prestito, o da altri musei europei.
Insomma, il menù è veramente irresistibile e la tavola imbandita. Non ci resta che accomodarci e gustare le tante deliziose pietanze.