Luciano Pensabene: tra Picasso e la Sicilia

Luciano Pensabene è nato a Naso, un minuscolo paese in provincia di Messina. Fin da bambino scopre di avere un dono straordinario: riesce a replicare perfettamente qualsiasi quadro. Si spalancando davanti a lui le porte di una vita dedicata all’arte. A 18 anni, Luciano Pensabene va via dal suo borgo per perfezionarsi a Firenze, non solo città di tesori ma anche luogo eccelso per l’arte della conservazione. Dopo aver finito gli studi, entra nel laboratorio di restauro di Scarpelli, uno dei più importanti d’Italia. Sotto le sue mani passano Giotto e Botticelli, una responsabilità da far tremare i polsi, ma Luciano Pensabene guarda altrove. La sua grande passione è l’arte contemporanea e, per completare la sua formazione, si trasferisce a Parigi per un corso specifico. Lì avviene l’incontro della vita: conosce il conservatore del Museo Guggenheim di New York. Alla fine, il volo per la città che non dorme mai è storia. Gli anni americani sono esaltanti. Luciano Pensabene ha modo di lavorare su Picasso e il suo Natura morta con bottiglia  e frutta, ingaggiando con la tela un corpo a corpo che gli permette di carpirne ogni segreto. Divenuto un esperto del grande artista spagnolo, la famiglia di quest’ultimo lo chiama a Malaga per un lungo lavoro sulle tele che il Maestro aveva conservato per sé: una, in particolare, che ritrae la moglie, Olga, con una mantiglia.

Oggi, Luciano Pensabene è conservatore del Museo Guggenheim a Venezia e si è dedicato ad un altro importante restauro: Jackon Pollock, Alchimia, non un pezzo da poco! Ma lui non mostra particolare timore: non si può sbagliare nel restauro di un’opera perché ci si prepara prima per anni. Il restauro è stato il frutto di una  sinergia che ha visto coinvolte le maggiori istituzioni italiane in materia: l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto Nazionale di Ottica, il Cnr-Istm e il Centro di eccellenza SMAArt dell’Università di Perugia, il Cnr-Ino e l’Infn dell’Università di Firenze, il Visual Computing Lab del Cnr-Isti di Pisa il Dipartimento di Chimica dell’Università di Torino. Oggi, l’opera ha riacquistato i suoi colori esplosivi che possono essere osservati nella loro matericità.

Luciano Pensabene, pur felice del suo straordinario successo, ha un solo cruccio: pur tornando periodicamente in Sicilia, sente molto la mancanza della sua terra e sogna di lavorare per un bellissimo museo di arte contemporanea che sorga nella sua isoletta.  In Sicilia, è sua opinione, esistono già realtà molto importanti dedicate all’arte contemporanea: la Fiumara d’arte che lui stesso ha contribuito a restaurare con uno stage con i suoi studenti della Scuola di restauro di Firenze e Gibellina, ricostruita dopo il terremoto, e ricchissima di veri pezzi unici . Luciano Pensabene collabora anche con la Fondazione Orcynus Orca di Messina e il suo museo, Macho,  con una Summer School che è intervenuta su un’opera di Emilio Isgrò.