Ignazio Moncada

Ignazio Moncada (1932-2012), pittore,  è nato a Palermo in una famiglia aristocratica, con padre senatore del Regno durante il Fascismo e ricco armatore dopo il 1946. In fuga dal conformismo familiare,  trovò a Parigi la sua terra di elezione. Come molti siciliani anche il pittore è scisso: il cuore è a Bagheria, ma la testa è nella Ville Lumière. Le esperienze accumulate  a 20 anni daranno la cifra complessiva della sua pittura: colore mediterraneo per esprimere le emozioni e astratte figure, sempre mutevoli, per esprimere i suoi pensieri sul mondo. Uomo anarchico, ma anche altezzoso, dal carattere difficile e contraddittorio, ha attraversato decenni di creatività sempre diversa, confrontandosi con nuovi materiali, come la ceramica, che impiegò, con genialità, a Gibellina nel Muro della città nuova. Nel 1982, stanco dei ponteggi, che rendevano i centri storici come palcoscenici vuoti,  e   con un pragmatico senso dell’autopromozione, si inventò la pont-art, la decorazione dei teloni che celavano quegli edifici che dovevano subire un lungo lifting. Si trattava di opere ciclopiche (anche 400 mq), ma Ignazio Moncada non era uomo da sgomentarsi. L’idea gli diede la riconoscibilità: il suo segno grafico si impose. Ormai era un pittore noto al grande pubblico. Le collaborazioni prestigiose continuano. L’amore per la ceramica lo porta ancora a relizzare “La stanza dell’irrequieto” a Villa Trabia (Bagheria, 1995) e dipinge, nel 2002, “La residenza di Poseidone era un gran palazzo in fondo al mare”, acquistato dall’Università Iulm di Milano. Altra opera titanica sarà un sedile di ceramica lungo 42 metri progettato per il lungomare di Albissola (“Gioie e delizie di Galatea”, 2007) . La malattia, negli ultimi anni, non piegherà la sua tenacia: l’ultima fatica è un luminoso affresco  (20X8m) commissionato, per il soffitto della Biblioteca di Palazzo Branciforti a Palermo (sede della Fondazione Sicilia -ex Banco di Sicilia), da Gae Aulenti, responsabile del progetto di restauro.