Gangi: si vende ad un euro

Gangi è un piccolo comune in provincia di Palermo, dal passato glorioso (è stata città greca e romana, araba, angioina, aragonese e quant’altro)  e dall’avvenire tutto da inventare. La Storia l’ha sfiorata, ma con rispetto e delicatezza, ricoprendo i suoi palazzi di polvere e di acciacchi, ma senza usare quelle cure  da cavallo che sono peggiori dei mali e che, spesso, deturpano il povero malato per dargli una cattiva salute. Nel XXI secolo la cittadina è arrivata meno popolata, ma con un bellissimo centro storico, ancora intatto e armonico con l’ambiente circostante, e con un’amministrazione attenta alla vivibilità e all’ecosostenibilità. Ma un’ulteriore sorpresa attende chi si reca a Gangi per trascorrere uno o più giorni in un luogo lontano dalla pazza folla: per combattere lo spopolamento l’amministrazione ha deciso di vendere le case disabitate ad un euro. Il compratore è, però, obbligato a restaurare l’abitazione entro tre anni. Le case in questione presentano una particolare tipologia abitativa che si sviluppa in altezza:  al pianterreno c’è  la stalla, antico tetto per l’asino, la Fiat dei siciliani fino agli anni Cinquanta, e, nei piani superiori, sono alloggiate  la camera da letto, un bagno e, nell’ultimo piano, la cucina.   La singolare iniziativa ha avuto uno straordinario successo anche all’estero. Al Comune sono arrivate più di  mille richieste, ma gli immobili a costo zero erano solo trenta. Questo non ha sgomentato i potenziali compratori i quali, ormai invaghiti dall’idea di possedere una casetta in una cittadina tanto graziosa,  hanno messo in moto, dopo una stasi che durava ormai da un secolo, il mercato immobiliare degli immobili facendo lievitare il prezzo a ben  15 mila euro. A questo punto, non ci resta che fare la valigia e ben forniti di candidi lini e di un leggero cappello di paglia, la prossima estate, passiamo da Gangi e, chissà, magari una piccola dimora potrebbe diventare il nostro buen retiro, un giardino segreto da rivelare a pochi amici fidati dove poter fuggire e passare qualche giorno, finalmente, in silenzio.