Sebastiano Raeli chi era costui? Un Carneade qualunque, per continuare con la citazione, o un uomo che meriterebbe di essere conosciuto e additato, quale esempio, da tutti?
Sebastiano Raeli, morto nel 2010 all’età di 91 anni, è stato uno dei più grandi benefattori che l’Italia possa ricordare.
Nato a Siracusa, medico, negli anni Cinquanta si trasferì a Roma dando vita ad un cospicuo impero alberghiero. I nomi dati ai pezzi del suo puzzle sono indicativi delle origini del nostro eroe: Hotel Noto, Hotel Siracusa. Hotel Archimede, Hotel Floridia, segno di un legame con la terra natale che, pur da lontano, non si affievoliva. Raeli ha mantenuto infatti anche consistenti proprietà mella sua isola. Ma come inizia l’avventura di Raeli? Nel modo più semplice e mediocre possibile. Acquistata una casa come studio medico, a Roma, vicino la stazione Termini, il medico siracusano la trasformerà in una pensione. Da lì, piano piano, comincerà ad acquisire antichi palazzi che saranno trasformati in hotel. L’ascesa di Raeli è legata alla Roma della Dolce vita e alle frotte di turisti americani middle class che, nel corso dei decenni successivi, complice un dollaro fortissimo, coronavano il sogno di due settimane nella città eterna. Gli Hotel in questione garantivano ai tour operator, che traghettavano orde di pensionati USA, prezzi competitivi, standard rispettabili e una collocazione, vicino la stazione, non troppo chic, ma, tutto sommato, comoda.
Gli affari di Raeli, come possiamo evincere dalla nostra premessa, andarono a gonfie vele. Gli hotel si moltiplicavano e, ai già citati, se ne aggiungeranno altri tre. Dedito solo al lavoro, Raeli ha una relazione con una donna, Rita, che sposerà in tarda età, dalla quale non avrà figli.
Questa circostanza pone, spesso, il problema del dopo. Cosa fare di un’enorme ricchezza stimata in quasi 100 milioni di euro? Raeli individua nell’Università di Tor Vergata e nei suoi studenti i beneficiari delle sue enormi ricchezze. Lui e sua moglie diventeranno, con borse di studio ed elargizioni varie, dei veri e propri beniamini all’interno dell’istituzione fino a decidere di lasciare, al momento della scomparsa, tutti i loro beni alla stessa Università che ne è divenuta l’amministratrice. E’ un evento più unico, che raro, che un privato in Italia faccia una donazione così ingente ad un ente di ricerca. Ma Raeli è, come si dice, un’eccezione.
Ma non è finita qui. Perché, dopo la morte del benefattore, l’Università di Tor Vergata si è trovata a dover fronteggiare una causa da parte di una donna americana, Sebastiana Viola Montepagani, nata nel 1952, che sosteneva e sostiene di essere la figlia di Raeli. Pare che il medico siracusano avesse incontrato la madre della donna mentre quest’ultima risiedeva a Roma per ottenere i documenti e riunirsi all’anziano vedovo con cui si era sposata da poco. Già incinta all’arrivo a New York, la donna avrebbe rivelato, anni dopo, alla figlia che il “vecchio” non era il suo vero padre bensì il suo amante a Roma. La vicenda è intricata, come si vede. Raeli, comunque, mantenne dei rapporti documentati da lettere e foto con la donna e con la presunta figlia. Questa appassionante vicenda legale potrebbe avere delle importanti ripercussioni anche sul diritto americano. Nei paesi di diritto anglosassone vige una legge alquanto curiosa che considera i figli nati in costanza di matrimonio generati dal coniuge legittimo, in ogni caso, anche se concepiti con un altro uomo. Questo antico retaggio patriarcale ha scatenato fior di giuristi USA che seguono la causa della possibile ereditiera. E’ in gioco la metà dell’intero patrimonio di Raeli. il processo è in corso e non si sa ancora quali saranno le possibili evoluzioni. Ma Raeli potrebbe passare alla storia non solo per essere un grande benefattore ma per aver costretto gli USA a modificare una delle sue leggi più vetuste e bizzarre.