Nel 2014 , Manlio Sgalambro, improvvisamente, ha lasciato la Sicilia. È stata un’uscita di scena repentina degna di un nume o di certi sovrani dei quali si mormorava che erano svaniti in una notte silenziosa, lasciando la corte e il popolo attoniti e senza lacrime. La sua voce, così unica e caratteristica, la sentiremo risuonare nella memoria o in video, ma saremo privi di quella forza e di quella intelligenza che rendevano quelle idee e quelle parole, ogni volta, un’esplosione di senso contro la filosofia ridotta ad acqua bollita per stomaci deboli. Il suo era il pensiero di un altro, sosteneva, e così evitava che esso divenisse mero compiacimento o futile giochino intellettuale. La sua era la serietà programmatica di colui che, per ridare vita al pensare, lo aveva nutrito con i suoi fluidi vitali. Ogni concetto era un brano palpitante strappato, con dolore, a se stesso, perché la filosofia è vera, diceva, solo se è contro. Contro di te.
