Lingue malevole e invidiose hanno l’ardire di sostenere che, in Sicilia, le radiazioni emanate dal vulcano Etna producano un esercito di picchiatelli dediti alle più strampalate attività. E’ necessario opporsi a questa incredibile e offensiva diceria. Ma non possiamo negare che, neanche Stan Lee, con la sua formidabile fantasia, avrebbe pensato, in un fumetto popolato da supereroi, di poter produrre vino utilizzando non i buoni e vecchi metodi degli avi, ma la fisica quantistica. Ma, come possiamo appurare, il cervello dei siciliani va in direzioni veramente futuristiche e, quindi, non ci sorprende che cinque amici, a Linguaglossa, mettendo in gioco ricchezze, terreni e competenze, hanno pensato, sulle orme del prof. Marco Mazzoncini dell’Università di Pisa, di creare un vino quantico non affinato nelle botti o mescolato con solfiti e altre diavolerie chimiche, ma sottoposto ad una serie di manipolazioni dovute ad onde magnetiche, gestite da un computer, che, come sostenuto dalla teoria quantistica, introducono dei cambiamenti di stato nell’elemento. Il vino quantico, declinato nelle molteplici e squisite varietà fin qui prodotte, ha ricevuto buone recensioni e i nostri supereroi etnei non demordono e continuano i loro neanche tanto segreti esperimenti, da sbirciare su Youtube, probabilmente circondati da Torcia e da Iron man che fanno tintinnare i calici guardati, con disapprovazione, da Capitan America che, si sa, è un gran bravo ragazzo.