All’interno di un’offerta sempre più variegata, è ovvio che i ristoratori non solo vogliano soddisfare i desideri dei clienti, ma li desiderino anticipare. Accostamenti inediti sono chiamati a solleticare il palato di una platea avvezza a nuovi sapori e che chiede alla tradizione di innovarsi, senza tradirsi. All’interno di un regionalismo critico, certi sapori si esaltano a vicenda e magari un coniglio alla cacciatora con l’anice stellato piuttosto che un risotto alla liquirizia possono sfrizzolare il velopendulo, come prometteva un’antica pubblicità, arricchendo, come il romanzo di un geniale scrittore, l’ampia gamma dell’esperienza umana.
La Corte dei medici, pizzeria giovane ma ormai ben nota a Catania, propone un menù sofisticato e variegato che, accanto alle amate e sacre ricette della tradizione, spariglia le papille gustative del cliente temerario con bordate di gusto. La pizza Musa al caviale è, nel 2017, la nuova e incontrastata regina del menù.
Dalle memorie di un incantato viaggio da San Pietroburgo a Mosca risalendo, in nave, la Neva e la Moscova, si ritrova il gusto del delizioso caviale rosso e nero. Le sue infinite varietà, più o meno pregiate, il suo sapore sapido, la sua consistenza dolcemente resistente alla pressione dei denti, quando è di ottima qualità. Anche il meraviglioso colore, dal grigio perla al nero vinile, per non parlare della grandezza: da piccole perline a grossi grani di rosario.
Cibo, per eccellenza, del “Piccolo Padre” , lo zar, re sulla terra, vicario del Grande Padre in cielo, vi è un modo tutto particolare per gustare questa leccornia: panna acida (un sapore delizioso di yogurt cremoso, ma più consistente e lievemente salato), cipollina cruda, uova sode e gli immancabili blinì, delle crêpes lievitate impastate con il grano saraceno, l’ingrediente must che non deve mai mancare alla tavola russa. E’ cronaca recente che, con l’attuale embargo, il bene di cui hanno fatto incetta i moscoviti è stato proprio il grano saraceno.
La Corte dei medici ha inventato, al posto della tradizionale ricetta slava, la pizza al caviale rosso e nero, adagiato su un letto di panna acida, guarnito da piccole uova sode di quaglia e una sapiente spolverata di erba cipollina. Ma vi è un geniale tocco in più che rende questa pizza unica: dei piccoli grani di oro 23 K. Per comprendere la suggestione basta ricordare che la grande Caterina di Russia riceveva gli ambasciatori, per incantarli e lasciarli stupefatti, nella famosa Sala d’oro presso il Palazzo d’Inverno a San Pietroburgo.
Ultimo dettaglio, tutto da godere, sta nella circostanza che la pizza è intitolata ad Antonius Musa, imperatore dei medici e medico di imperatori, che curava i malesseri dei facoltosi pazienti con l’idroterapia e che, pur essendo uno schiavo liberato, fu onorato da Augusto con il privilegio di portare l’anello d’oro, onore riservato a Roma solo ai cavalieri.
Per chi avesse giuste obiezioni ecologiche, sottolineamo che il caviale utilizzato è italiano al 100% e prodotto in allevamento senza danneggiare l’ambiente. La pizza è in vendita a 44 euro.