Finita l’era del turismo di massa, condito da soste mordi e fuggi davanti al monumento simbolo, tour de force stressanti e ansia da prestazione, oggi anche la vacanza è slow e su misura. Ma non solo è cambiato l’approccio alla vacanza, ma anche quello verso il cibo. Finiti i tempi in cui il turista italiano desiderava gli spaghetti a Stoccolma e quello francese la crêpe a Miami, con risultati da dimenticare. Oggi si vuole provare ogni sorta di cibo locale, non solo al ristorante, ma cucinato dalle mani della zia Pina, della nonna Tina, della signora Giovanna, del nonno Franco, famosi nella loro cerchia di amati parenti e affini per una loro spettacolare pietanza. Silvana Recupero, chef catanese, ha pensato di aggiungere un posto a tavola, selezionando un certo numero di famiglie e inserendole in un circuito turistico. Basta collegarsi al portale Sicilying.com e chiedere di avere un posto a tavola per il pranzo e la cena. Si mangerà sicuramente bene, ma l’esperienza più straordinaria sarà quella di provare la famosa convivialità isolana: chi di noi non ricorda quei pranzi, dalle due alle sei del pomeriggio, con cento pietanze inenarrabili e cassata finale con caffè e ammazzacaffè? Ma la sacralità del cibo è la sua condivisione, l’atto di mangiare insieme e di parlare per ore. Dopo, per colpa, forse, di qualche bicchiere in più, il banchetto si concluderà con un sonnellino su una magnifica straio all’ombra di un pergolato.
