Nel 1833, da aprile a giugno, il futuro cardinale John H. Newman (1801-1890) intraprende un viaggio alla volta del Mediterraneo in compagnia di amici. E’ pieno di inquietudine. Giovane pastore della Chiesa anglicana sente Dio lontano e la sua vocazione malferma. Spera che il viaggio gli dia una nuova forza per affrontare i suoi doveri. Dopo avere visitato Corfù, Malta, la Sicilia, Napoli, la comitiva giunge a Roma per riprendendere la via del ritorno. Ma Newman sente, prepotente, il desiderio di ritornare in Sicilia. I suoi amici non possono accompagnarlo e il pensiero di saperlo in viaggio da solo li preccupa tanto. Ma Newman non vuole sentire ragioni. Giunto nella parte orientale dell’isola, comincia a visitarne i luoghi più famosi ed è incantato da quello che vede. Ma, nello stesso tempo, a Leonforte, si ammala gravemente. I sintomi sono allarmanti: potrebbe essere tifo. Con la febbre altissima, vaga da paese a paese, notando la povertà ma anche la cortesia e la gentilezza dei poveri contadini che lo ospitano. Si fa aiutare da un servo che ha reclutato e che si rivelerà per lui una compagnia fidata e che lo accudirà amorevolmente. Tra un delirio e un altro, la malattia, piano, piano, comicia a scemare. Attraversa, con delizia, una dolce convalescenza che gli consente sempre di più di apprezzare la terra dove si trova. Le arance siciliane lo deliziano e non si stanca mai di assaporarle. Il paesaggio di Adrano, dove il verde tenero delle spighe di grano spicca contro il bianco delle colline, lo riempe di allegria. Le forze riacquistate, da un lato, lo fanno riflettere sulla pazzia compiuta. Sente che la sua decisione è stata un atto di superbia, di ribellione contro Dio. Ma, per motivi imperscrutabili, Dio lo ha salvato e lo ha condotto in quell’isola meravigliosa per mostrargli un aspetto del suo Essere: la luce. Ecco che il giovane Newman vede nella meravigliosa luminosità dell’isola mediterranea un tenero invito ad abbandonarsi alla misericordia divina e l’inizio di una nuova vita spirituale, una metanoia, che celebra con la composizione di uno degli inni più famosi della Chiesa anglicana: Lead, Kindly Light! Il viaggio in Sicilia, come scrisse nelle sue memorie, rimase per lui il più straordinario compiuto in tutta la sua lunga vita.
