Maria Fazio è una scrittrice, nata a Catania, che ha pubblicato ben tre libri in un triennio. Incuriositi da tale super produzione l’abbiamo invitata, alla Corte dei medici, per farci raccontare di un armadio segreto dove nasconde decine di storie pronte a venire alla luce.
Maria, come nasce la tua vocazione?
Premesso che ho una laurea in Scienze Politiche, indirizzo Scienze sociali, e che lavoro in un settore ancora diverso, posso solo dire che scrivo da quando ero adolescente. – Maria Fazio sorride -Inizialmente ho composto, come tutti, credo, molte poesie. Ma l’amore per la prosa si è rivelato più forte e duraturo.
Quando hai pubblicato il tuo primo libro?
Il mio esordio letterario lo faccio coincidere con la decisione di aprire un blog Finestrasulmondo.net in cui recensisco libri, pubblico racconti e do consigli per intrattenere i bambini con attività di prescrittura e disegno. Con l’apertura del blog, ho cominciato ad “incontrare” i lettori e questa circostanza ha rappresentato una spinta fondamentale per decidere di pubblicare i miei romanzi.
Hai molti interessi a quanto vedo
Sì, ma in generale ruotano intorno alla scrittura e affini. Altro percorso di formazione molto importante è stata la partecipazione a concorsi letterari che mi hanno consentito di conoscere colleghi di penna con i quali ho potuto stringere rapporti di collaborazione reciproca.
A quali concorsi hai partecipato?
Ho partecipato, più volte, sin dalla prima edizione, dieci anni fa, per esempio, al Torneo Io,scrittore (promosso dal Gruppo editoriale Mauri-Spagnol). Gli scrittori in gara leggono 10 incipit e poi 10 romanzi degli altri partecipanti e ricevono, in modo anonimo, i giudizi sul proprio lavoro. Questo meccanismo ha consentito di creare un gruppo eterogeneo che discute di scrittura in modo anche animato. Si è formata una vera e propria rete.
Ma leggere critiche anche dure non ti ha messo in crisi?
Al contrario! Mi sono sentita supportata e ho ricevuto suggerimenti utili che mi hanno aiutata a calibrare meglio la scrittura. Tra gli altri ho conosciuto Olimpia Avellino Pantò che mi ha invitata a partecipare ad una raccolta di racconti per bambini, Cibus in fabula, relativa agli alimenti, collaborazione che ho apprezzato molto.
Arriviamo al tuo primo libro Il senza voce, edito nel 2018, un fantasy per ragazzi.
Come gli altri libri che ho pubblicato, questa storia l’avevo già scritta anni fa. Era ferma nel cassetto in attesa. Ho solo rivisto la scrittura.
Come ti è venuta l’idea del senza voce?
L’idea è nata proprio intorno al personaggio. Ricordo che quando l’ho immaginato mi è venuto in mente di dar vita a un personaggio divertente ma, allo stresso tempo, misterioso. Ho pensato che utilizzasse il linguaggio dei segni per farsi comprendere, ma in modo buffo. Diciamo che ho creato un universo magico intorno alla figura di questo ragazzino. Il tentativo, da parte di alcuni stregoni, di acquisire il potere aveva portato quel mondo ad uno squilibrio negli elementi della natura che solo il senza voce avrebbe potuto sanare.
Come mai è senza voce?
Maria Fazio sorride – Non voglio svelare troppo per lasciare ai lettori il piacere di scoprirlo. Posso solo dire che il ragazzino non parla per proteggersi.
Non diciamo di più e passiamo all’altro volume Dove il soffitto incontra il cielo, edito sempre nel 2018. Un storia in parte diversa ma che a me è sembrata in qualche modo magica.
Sicuramente non è una storia usuale ed è persino surreale. La protagonista, appena nata, viene chiusa dalla madre, che la rifiuta, in uno sgabuzzino. La sua fortuna sarà quella di avere una sorella più grande che si prende cura di lei.
C’è anche la musica a salvare la protagonista.
E’ vero. La musica è il suo incontro con il mondo che le permette di uscire dal carcere in cui è rinchiusa e di essere libera.
Arriviamo, infine, al tuo ultimo romanzo Pronto, sono l’assassino.
E’ un libro che è nato per gioco. Scherzando, una sera, ho detto ad alcuni colleghi che eravamo troppi in ufficio e che si sarebbe dovuto eliminare qualcuno. Ho immaginato un delitto che avvenisse all’interno di un call center, un mondo sconosciuto al pubblico e che, secondo me, ha delle dinamiche relazionali particolari e interessanti.
So che hai vinto alcuni concorsi con questa opera.
Ho vinto il primo premio al concorso Tripla E per i gialli e i noir 2019 e ho ricevuto una menzione speciale per la migliore ambientazione al Giallo Festival.
Per il romanzo hai tratto ispirazione da persone reali?
No, più che altro ho preso spunto da certe situazioni e dall’atmosfera che si respira in quel luogo. Delle persone ho colto solo le emozioni, spesso contraddittorie, e alcune tipizzazioni caratteriali. Diciamo che ho mescolato fra gli ingredienti un pizzico di persone reali. La protagonista, che è sospettata di essere l’assassina, spiega al commissario che il call center è un microcosmo. Bisogna capire come funziona per comprenderlo.
E’ un giallo, un romanzo di genere. Non temevi di cadere nello stereotipo e nel già visto?
Ho cercato di evitare questo pericolo partendo da assunti capovolti: il commissario non è un sagace poliziotto ma un uomo a cui questi panni vanno stretti. Non si sente adeguato. Nel libro, ci sono anche le riflessioni elaborate dall’assassino che rimugina sulle possibili conseguenze del suo gesto.
Hai utilizzato una narrazione in soggettiva?
No, ho preferito strutturare il romanzo in quattro prospettive raccontate in terza persona con punti di vista diversi in base al personaggio.
Stai lavorando ad un altro romanzo?
Maria Fazio ride – Come sempre! E ti dico che la stesura è già ultimata.
Puoi anticipare qualche dettaglio per ingolosire i lettori?
Posso dire che questo volume è un noir e che si intitolerà Odore di zolfo. Ho ricevuto una menzione d’onore con questo inedito al premio Impavidarte nel maggio 2019 e vedremo il seguito.
Non ti ho chiesto quali sono gli scrittori che consideri tuoi maestri.
E’ doloroso per me rispondere a questa domanda perché devo anche escluderne alcuni. Mi limito a citare Ursula Le Guin, Alain Damasio, Jorge Luis Borges, Luigi Pirandello, Italo Calvino, Dostoevskij. Il primo Baricco. Come scrittrice italiana contemporanea scelgo Valentina D’urbano e come autore straniero Orhan Pamuk
Quando scrivi? Preferisci il mattino o la sera?
Per i miei ritmi lavorativi e familiari preferisco scrivere dopo le 22. Riesco a concentrarmi meglio, ma non ho una regola fissa.
Recensioni in famiglia? Cosa pensano le figlie delle tue opere?
Sono ancora piccole. Mi chiedono fiabe e storie divertenti.
Vorresti partecipare ad altri concorsi letterari?
Ho pensato di partecipare a quello bandito dall’Editore Neri Pozza, ma non so se lo farò.
Altri progetti in progress?
Ho in mente una vicenda ambientata in un ospedale. Una ragazza si frattura una gamba e viene ricoverata. In quel luogo incontra una coetanea gravemente malata. Non aggiungo altro, So solo che devo lavoraci.
Su questo romanzo misterioso si chiude la nostra intervista a Maria Fazio che ringraziamo per la sua gentilezza e per la sua disponibilità. Per saperne di più sull’autrice consultate il suo blog Finestrasulmondo.net