Rosario Assunto (1915-1994) nato a Caltanissetta, è stato un professore di Estetica a Urbino e a Roma. La sua riflessione non riguarda solo il bello nel senso accademico del termine, ma vuole avere un significato più ampio: la bellezza del giardino come ultimo baluardo dell’umanità. La riflessione estetica assume, quindi, una forte connotazione etica. Il giardino, come quasi tutte le cose che contano, non serve. Ma, in modo paradossale, rappresenta quanto, non entrando direttamente nel processo produttivo, è inestimabile e ricorda, dolorosamente, che l’essere umano sta dimenticando la sua essenza. Il giardino è, secondo Rosario Assunto, per sua natura, teleologico: addita un fine che sembra essere scomparso dall’orizzonte. Per questo, a volte, la bellezza di un albero o di un fiore commuove fino alle lacrime, perché fa pensare, in un lampo, che un altro mondo sarebbe potuto esistere, ma non è. Davanti a tanta bellezza che scolora e si perde si assiste al vero miracolo dell’essere plotiniano: l’abbondanza che riversa continuamente luce e nutrimento. Una terra, totalmente urbanizzata, sarà un deserto popolato da automi. Solo loro potranno non provare nostalgia per la contemplazione di quell’Eden perduto e segreto in cui «l’interiorità si fa mondo e lo spazio si interiorizza».
