Davide Matreus Bruno è un fumettista, è un grafico, è un poeta ed è uno scrittore. Trovare una definizione è molto difficile per chi riesce a scovare un’intersezione, una nicchia tutta sua dove poter costruire un percorso originale. L’esito di questa traiettoria eccentrica è la pubblicazione di un libro Di tutto il resto in mezzo, edito da Carthago, che non è un libro di foto, non è un fumetto , non è un libro di poesie ma unisce tutti questi puntini per far apparire, a sorpresa, un disegno nuovo e bizzarro. Davide Matreus Bruno è venuto a trovarci alla Corte dei medici e durante la cena abbiamo avuto modo di farci raccontare la sua vicenda di artista.
Caro Davide, partiamo dalla domanda più ovvia, come inizia la tua carriera di fumettista?
Ho disegnato fumetti fin da ragazzino dalle medie alle superiori. Disegnavo e mi raccontavo storie.
Che fumetti leggevi?
Da ragazzino, leggevo quelli americani stile Marvel. Dopo ho scoperto quelli europei e ho trovato i miei modelli. La parola è arrivata dopo. Da autodidatta ho iniziato a scrivere sceneggiature. Nel 1999, con la galleria Progetti d’arte ho cominciato a fare mostre e ho partecipato ad una scuola di fumetto. Si è creato un gruppo da cui è nata l’idea di dare vita ad una rivista per fumetti. Nel 2000, con l’aiuto della Fondazione Marco Montalbano, abbiamo potuto dare inizio alla rivista Fumetti al cubo a cadenza trimestrale. Abbiamo ricevuto apprezzamenti anche da altri paesi. Non avevamo grandi profitti ma la rivista si autofinanziava e avevamo raggiunto una certa visibilità tanto da essere presenti, ogni anno, con uno stand all’Etna Comics.
Perché, ad un certo punto, la rivista chiude anche se avevate raggiunto i vostri obiettivi?
Erano mutati gli equilibri interni. Uno dei principali collaboratori era andato via e non ci sono state più le condizioni per continuare.
Come mai hai pensato di dedicarti anche alla scrittura?
Il motivo è semplice: ho notato che quando pubblicavo un disegno accompagnato da una riflessione o da un aforisma ricevevo tantissimi commenti molto sentiti, commoventi, appassionati. Avevo sempre scritto per me. Da quel momento non mi sono più nascosto e ho iniziato a condividere con gli altri i miei pensieri.
Eri sorpreso di riuscire a comunicare con le parole e non soltanto con le immagini?
Ero colpito dal fatto che molti mi dicevano di riconoscersi in quanto scrivevo. Avevo sempre considerato quei pensieri così intimi che non credevo potessero trovare un’eco in un’altra persona.
Arriviamo alla stesura del tuo primo libro Di tutto il resto in mezzo. Come hai costruito il montaggio? Cosa ti ha ispirato?
Non è un percorso lineare, ti devo dire. Certe poesie nascono dall’immagine ma, a volte, è avvenuto il contrario.
Come mai hai deciso di inserire anche foto che poi hai rielaborato?
Ti rispondo con una provocazione – Davide, che ha ordinato una pizza dall’aspetto delizioso, mi invita a soffermarmi sugli ingredienti -. Cosa vedi? Pane in pasta, da un lato, buono e prosciutto, dall’altro, altrettanto squisito. Ma insieme diventano qualcosa di diverso. Danno vita ad un piatto, la pizza, che non è semplicemente la somma dei due. Ecco per me la parola è limitata e l’immagine è equivoca. Ma se le metto insieme, bang, avviene un cortocircuito che amplifica la mia comprensione e, spero, anche quella degli altri.
Parliamo del titolo del tuo libro Di tutto il resto in mezzo. Ci spieghi da cosa nasce?
Per me questo titolo significa che per conoscere non devi avere un atteggiamento giudicante. Devi creare una corrente di interesse verso l’altro mettendo tra parentesi le manie, i pregiudizi, le paure che portano a chiudersi.
Ho letto accanto al tuo nome Davide Bruno un altro aggiunto che suona Matreus alquanto misterioso. Ci spieghi l’origine di questo nome?
Matreus è lo pseudonimo che ho adottato quando ho iniziato a disegnare fumetti nel quale il mio Ego era assente.
Presentarti al pubblico come Davide Matreus Bruno è quindi un importante cambiamento?
Senza dubbio. Matreus era il fumettista, Davide era lo scrittore. Ora le due persone sono insieme e hanno dato vita a questo spazio in un libro che prima non esisteva.
Come scrivi le tue poesie?
Da tanti anni rifletto sulle parole e sono arrivato alla conclusione che alcune di esse sono come password. Se ne scopri una senti di essere penetrato in un universo che vibra anche per gli altri, per degli sconosciuti a cui quella parola evoca sensazioni simili.
Ho letto infatti i commenti entusiastici dei tuoi lettori. Lo stesso avviene alla presentazione del libro?
Sì, anche se la semplice presentazione in libreria mi basta sempre meno. Vorrei pensare a qualcosa di diverso. Ne ho parlato anche con l’editore.
Hai nuovi progetti che stai valutando?
Ho firmato con l’editore Carthago un contratto come direttore per una collana di fumetti. Non è un settore facile, ti devo dire. Nel campo della grafica puoi trovare uno spazio se ti crei un pubblico che ti apprezza ma il fumetto è come il lavoro dell’editore di libri. Ormai gli editori che investono su di te sono pochissimi. Devi essere tu a finanziarti e a promuoverti.
Cosa ti proponi con questo progetto?
Con l’editore vorremmo avviare una proposta per rilanciare il fumetto in Sicilia, dando anche spazio alla scrittura.
Pensi che ci sia ancora un interesse per il fumetto in Italia? Ricordo esperienze mitiche come quelle delle riviste Linus e Frigidaire che hanno fatto la storia di quest’arte in Italia.
Non so se in Italia ci sia più questa attenzione. In fondo leggere un fumetto è come avvicinarsi ad un romanzo. Devi iniziare da giovanissimo. Penso al Giappone dove quella del fumetto è una vera e propria industria da milioni di copie.
Come sarà la nuova rivista pubblicata da Carthago?
La mia idea sarebbe quella di parlare di Sicilia ma senza cadere nella banalità. Immagino una rivista stile Frigidaire, molto pura, ma in movimento. una rivista dinamica che si evolva. che cambi in cui vorrei coinvolgere anche autori locali. Farò una call per cercare nuovi autori. La parola chiave sarà Mirror , il nome della collana, ma non ho preclusioni. Vanno bene sia l’opera fantastica che quella iper-realistica e, perché no, una contaminazione con altre forme d’arte e altri linguaggi.
Ci sono dei luoghi che ti hanno ispirato nei tuoi fumetti?
Davide sorride- gli unici luoghi che posso menzionare sono quelli che appaiono nei miei sogni o nelle strisce che invento. Ho scritto un fumetto che si intitola ozzzzz in cui sono presenti le piazze e le vie di Catania, tutto molto realistico. Non ho bisogno di mete esotiche per sognare.
Qual è un film che ti è piaciuto e che ti ha fatto riflettere?
Mi è piaciuto molto Limitless. L’adrenalina delle immagini, il mix di generi e la velocità del montaggio non mi hanno dato tregua. Credo ancora che sia un film sulle potenzialità dell’uomo se riesce a mettersi alla giusta distanza dalle cose. Lo vedo come un percorso di consapevolezza quando si riesce ad andare al di là del nostro Io.
Su queste parole si chiude la nostra intervista a Davide che ringraziamo per la sua disponibilità e cortesia nel rispondere alle nostre domande.
Per chi fosse interessato all’acquisto del libro di Davide Matreus Bruno, Di tutto il resto in mezzo, presso la libreria Feltrinelli a Catania sono disponibili alcune copie. E’ possibile prenotarlo in altre librerie o acquistarlo su Internet.