Aleister Crowley (1875-1947) era un occultista inglese, un satanista, un alpinista estremo, un agente segreto, uno scrittore e il fondatore di una nuova religione che avrebbe dovuto soppiantare il Cristianesimo e di cui lui si dichiarava il profeta.
Nel 1920, dopo aver consutato i Ching, Aleister Crowley decise di trasferirsi a Cefalù insieme ai suoi adepti per costruire il suo Tempio e approfondire i rituali sacri che aveva descritto nel Libro della Legge. La comunità da lui fondata si chiamava Abbey of Thelema ed era situata in una casa in mezzo alla campagna siciliana vicino al cimitero. La sola regola da seguire era quella che non c’erano regole. Era possibile abbandonarsi ad ogni eccesso assecondando ogni desiderio. Era noto che Aleister Crowley, pur sposando o convivendo con donne, aveva rapporti omosessuali che, a suo parere, liberavano molta energia da indirizzare nelle pratiche magiche. Questa assolutà promiscuità era il costume praticato dagli adepti che giravano liberamente per i dintorni della villa, abbigliati con strani costumi o nudi, incuranti dei pettegolezzi degli abitanti sempre più terrorizzati.
Sulla vita nella villa correvano le leggende (spesso fondate) più disparate: le donne erano sempre nude e partecipavano ad orge in cui assumevano anche droghe (oppio, cocaina, eroina) per esaltare i poteri della mente. Adoravano il Sole e sacrificano bambini. Aleister Crowley fu raggiunto a Cefalù anche da Jane Wolfe, una diva del cinema statunitense desiderosa di diventare un membro della nuova religione della quale poi divenne una sacerdotessa negli anni seguenti in California. Nel periodo di Cefalù quest’ultima strinse un intenso rapporto con il maestro di cui divenne la segretaria.
Aleister Crowley visse in Sicilia tre anni con i suoi amanti, le sue donne e i figli di queste ultime in un caos assoluto inframmezzato da viaggi a Palermo e a Napoli alla ricerca di soldi e droghe.
La situazione precipitò quando un giovane adepto, durante un rituale, bevve del sangue di gatto e morì per un’infezione al fegato. Questa era l’accusa lanciata dalla moglie del defunto contro Crowley che fu definito “l’uomo più malvagio al mondo” anche se lui preferiva essere chiamato “la Bestia 666”. Questa campagna – che dai giornali inglesi raggiunse i quotidiani europei e, infine, quelli italiani – unita ai rapporti sempre più allarmati del prefetto di Palermo portò, nel 1923, ad un decreto di espulsione contro il mago inglese a cui fu intimato di lasciare subito l’Italia.
Crowley considerò Benito Mussolini il principale responsabile di questa decisione e, una volta fuori dall’Italia, iniziò una notevole propaganda contro di lui.
La villa, pian piano, fu abbandonata e, visto che era impossibile affittarla, negli anni fu lasciata alle intemperie. Gli affreschi e gli altri arredi presenti nella dimora scomparvero e, nonostante i tentativi per una vendita nel 2011 che portasse ad una valorizzazione dell’edificio, solo i ruderi rimangono oggi a testimoniare la strana e sorprendente vicenda che ha visto protagonisti la Sicilia e il più famoso esoterista del XX secolo.