Vincenzo Amato, scultore e attore per caso

Vai e vieni. Gira e volta. La vita di certi uomini è dominata da un’isola e da un viaggio. Partono, ma poi tornano in quel luogo cui appartengono. Vincenzo Amato è nato a Palermo nel 1966. Si trasferisce, giovanissimo, a New York per diventare scultore. Utilizza, quale materiale d’elezione, il ferro che torce nelle fogge più diverse, un minerale che sgorga dalla terra e deve essere piegato con il fuoco. Un incontro primigenio. Ma la sua vita ha un’improvvisa svolta. Vincenzo Amato inizia a recitare grazie ad Emanuele Crialese, regista siciliano e suo vicino di casa nella metropoli americana. Uno dei loro primi film, Respiro, ha una risonanza internazionale, ma Vincenzo ha un altro grande ruolo nel contadino analfabeta di Nuovomondo. Il suo volto, duro e scabroso, si illumina di una meravigliosa dolcezza quando i suoi occhi – così belli da far sospirare, come Asclepiade, «Anche i carboni sono neri. Ma che importa? Accesi, splendono come boccioli di rosa» – incontrano, sulla nave, lo sguardo di Luce, misteriosa inglese in fuga, forse, da un amore impossibile. Lanciato ormai nella carriera cinematografica (l’ultima sua fatica è Unbroken di Angelina Jolie) e televisiva (la serie cult Boardwalk Empire), senza dimenticare, tuttavia, l’arte, suo primo amore, Vincenzo regala, ogni volta, ritratti di uomini passionali, duri e forti, ma, nello stesso tempo,  teneri e sensibili quando la loro attenzione e curiosità sono attratte, sfidando quell’appiattimento manicheo, nemico di ogni credibile narrazione.

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