KM3NET sembra un’oscura formula o , magari, un codice cifrato per spie. Niente, invece, di tutto questo. Ma la realtà, come spesso si dice, supera di gran lunga la fantasia. A 3500 m di profondità a Capo Passero (a 100 km dalla costa), nel mar Jonio, in quella che è chiamata la fossa di Messina (uno spettacolare canyon che si inabissa per migliaia di chilometri), è stato costruito dall‘Istituto Nazionale di Fisica nucleare in consorzio con Università italiane e straniere il primo telescopio sottomarino per rilevare neutrini cosmici, raggi cosmici e l’antimateria. Un progetto molto ambizioso che dovrebbe, finalmente, far luce sulla materia oscura che costituisce circa il 70% dell’universo e di cui sappiamo pochissimo. Quanto abbiamo detto sembra semplice, ma servono strumenti estremamente sofisticati e anche di dimensioni enormi. La struttura sul fondo del mare ha infatti un volume di un Km³, da cui deriva l’acronimo Cubic Kilometre Neutrino Telescope. In parole povere, è gigantesca! L’apparecchiatura è immersa nell’acqua e sfrutta una particolare interazione tra il liquido e i neutrini che, scontrandosi, producono muoni che, viaggiando ad una velocità superiore a quella della luce, lasciano una scia luminosa che è rilevata dai sensori. Il telescopio, inoltre, servirà anche per studiare gli abissi marini e le creature che vi abitano. I dati raccolti sono veicolati da fibre ottiche in superficie ad una stazione di elaborazione dati che sorge sulla costa, a Porto Palo, ed è ospitata in un’antico magazzino di vini. Tutte le fasi del progetto sono state, finora, completate e si ritiene che, come da programma, quest’ultimo si concluderà nel 2015.
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