“Passaggi” alla Corte dei medici: la rassegna artistica per il 2018

Il 24 agosto 2017, è stato presentato il catalogo degli artisti che esporranno le loro opere alla Corte dei medici nel 2018. Fuori da ogni casualità, Marco Celeschi ha voluto affidare a Enzo Tomasello la cura della rassegna intitolata “Passaggi”  che mette insieme, in un puzzle post-moderno, Adorno Benjamin, i Beatles, Battiato, Bauman, filosofi e artisti che hanno voluto dire la loro scrivendo o cantando la fluidità del divenire. Mentre Benjamin riflette sui passages parigini e sul loro costituire un microcosmo, Bauman ci racconta di una società liquida dove ogni valore ha perso quella cogenza che aveva in passato e ci si trova a nuotare in questo divenire, perennemente in potenza, senza mai aderire pienamente ad una reltà sempre più sfuggente.   Durante la presentazione del catalogo “Passaggi”, Marco Celeschi ha introdotto i curatori soffermandosi sulla novità di uno spazio che vuole “raccontare” un’idea di Sicilia contaminata, che rifiuta qualsiasi vernacolo.

La sfida è quella di catturare un’attenzione così fluida invitandola a riflettere sullo spazio della convivialità. E’ esso indifferente?  Gli avventori di un ristorante sono quanto di più mobile esista e di più volubile. Potrebbero anche decidere di non tornare più. Ma, una volta entrati, sono costretti a vivere quel luogo. Il loro sguardo, pigro o interessato, vagherà sulle pareti e incontrerà le opere degli artisti proposti. «Non possiamo attraversare mondi. Possiamo concepirli»  scrive Tomasello sul catalogo “Passaggi”.

Ogni artista è esso stesso un mondo e, mentre gustiamo un cibo prelibato  o sorseggiamo un vino delizioso, il nostro occhio si posa sulla sua opera e la fa sua. Farà la differenza?  «I molti mondi siamo noi, come siamo, qui». Ecco allora che ogni artista, come il Dio di Lutero, non parla a tutti, ma proprio  a te: Enzo Tomasello con la Muntagna, Luciano Grasso con lo straniante iper-realismo, Rosalba Carlino con i  cieli burrascosi, Paolo Nicolosi con i paesaggi astratti ridotti a blocco di colori, Elio Graziano con la  Berlino selvatica, Nadia Musmeci con la claustrofobia solitaria dialogano con ognuno di noi e – come scrive il curatore – «molti concetti non potrebbero manifestarsi se non nelle esperienze di relazione ». Il testimone passa, allora, al visitatore. Quale mondo sceglierà di pensare, quale porterà con sé per un’ora o per sempre?

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