Michele Mirabella, uno dei volti più noti della RAI, garbato e indimenticabile presentatore di Elisir, ha appena concluso la serata Telethon al Teatro Massimo, a Catania, e abbiamo avuto il piacere di accoglierlo alla Corte dei medici.
Michele Mirabella è un personaggio complesso che rimanda ad una televisione antica – servizio pubblico – creata da un manipolo di straordinari talenti che erano, in primo luogo, autori, registi e ideatori di programmi che sono rimasti nell’immaginario collettivo.
Quali sono stati gli esordi di Michele Mirabella?
In famiglia tutti amavano il teatro. La mia cocciuta volontà non mi ha permesso di rinunciare al mio sogno: volevo diventare regista a teatro. Incredibile, sono riuscito a farlo!
Ma era una vera vocazione allora?
Ne sono certo perché da bambino animavo sedie, barattoli: i personaggi del mio spettacolo (Mirabella sorride),
Il debutto fu immediato?
Stavo per essere bloccato dal servizio militare, ma, per fortuna, fui riformato! Ho debuttato in teatro proprio a Catania. Dopo ho iniziato a lavorare in radio con un programma, La luna nel pozzo, molto noto. In TV il mio battesimo fu, invece, Aperto per ferie. Ho lavorato tanto in RAI: La Storia siamo noi! A prescindere, e molti altri programmi.
Ma a Elisir, un programma di culto, com’è arrivato?
Io lavoravo sui format. Ancora non si compravano da aziende esterne. Lo proposi e devo dire che piacque molto. Ma mi imposero di esserne anche il presentatore. Io non volevo accettare.
Ma era un programma importante in una rete RAI prestigiosa…
Molti non lo sanno ma io sono ipocondriaco! Mi sono dato comunque la regola della pacatezza vista la materia trattata.
Cosa non sopporta Michele Mirabella della deriva di questi anni?
Non sopporto questo culto sciocco della giovinezza. Questo voler inseguire, a tutti i costi, i valori o disvalori legati a quest’ultima: l’apparenza, la mancanza di riflessione, l’impazienza.
Ma invece di sospirare O tempora, o mores, cosa possiamo fare?
– Michele Mirabella, dopo aver conteso e gustato una margherita con gli altri ospiti, risponde senza esitazione – la poesia!
In che senso, scusi?
La poesia è molto importante. Non molti ricordano le poesie studiate a scuola e, allora, mi sono detto perché non riproporle in una forma vicina ai nostri tempi?
Ho pubblicato un audiolibro in cui recito ventisette poesie tra le più famose. Ho trovato divertente farle apprezzare di nuovo e spero che, ascoltandole, si rimetta in moto qualche antico e sepolto neurone. Abbiamo bisogno di silenzio tra una parola e l’altra e la poesia aiuta a percepire! Quegli spazi vuoti, che meraviglia!
Tra il serio e sornione, Michele Mirabella saluta gli ospiti e gli amici al tavolo e si avvia all’uscita. Per chi volesse acquistare Domani a memoria, informiamo che è possibile scaricarlo in formato digitale su iTunes e su audible.com.
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