Casa Cuseni: ma non è un film!

A Taormina, intorno al 1900, si stabilì, per motivi di salute, il pittore Robert H. Kitson che si fece costruire una magnifica casa affacciata sulla terrazza del Paradiso terrestre. Chiamò per decorare il suo buen retiro Frank Brangwyn and Sir Alfred East, guarda caso, tra i più famosi esponenti del movimento Arts and Crafts. Il risultato? Uno dei massimi capolavori di questo stile, secondo il Victoria and Albert Museum.  «U pazzu ‘nglisi», circondato dall’affetto e dal cordoglio degli abitanti della piccola cittadina sicula, morì nel 1947. All’apertura del testamento, tutti i suoi beni con la splendida dimora passarono a miss Daphne Phelps (1911-2005), sua nipote che, all’epoca, viveva in Inghilterra e per la quale la città sul monte Tauro era più lontana della luna. Ma, da pignola anglosassone, decise di recarsi in Sicilia per stabilire il da farsi: aveva deciso di vendere la casa, ma non gradiva essere imbrogliata. Arrivata con le più serie intenzioni e con marcati pregiudizi, «a signurina» – come fu subito ribattezzata – si innamorò del luogo e rimase a vivere lì per sempre. Ma bisognava risolvere un serio problema: come mantenere la lussuosa dimora e se stessa? Complice un carattere di ferro, ottimi studi ( si era laureata ad Oxford) e una rete di amicizie altolocate e non, la casa di miss Phelps divenne nota in tutto il mondo per la sua ospitalità. Lei non sempre voleva denaro, ma chiedeva ai suoi ospiti dei lavoretti: imbiancare un muro, dipingere un quadro, scrivere una poesia o un racconto. Sembra poco, ma se gli ospiti sono Bertrand Russell, Dennis Mack Smith, Tennessee Williams, Pablo Picasso, Truman Capote, Henry Faulkner, Roald Dalh, Greta Garbo allora la musica cambia. Nel tempo, la pensione divenne un vero e proprio museo assolutamente straodinario. Daphne, ormai sicula ad honorem, era considerata, in tarda età, una vera istituzione anche per come si era prodigata per gli abitanti della Valle del Belice, vittime di un disastroso terremoto, per sostenere gli scavi archeologici di Gela o, ancora, per diventare madrina dei pupi siciliani di Emanuele Macrì ad Acireale. Alla sua morte, l’eredità è passata ai figli di Concetta, sua cuoca e amica di antichissima data, e prosegue la sua splendida tradizione di ospitalità: prenotare una delle camere di Casa Cuseni significa vivere, per qualche giorno, la magia di un luogo veramente unico al mondo.

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