Barbara Bellomo a cena alla Corte dei medici

Barbara Bellomo, scrittrice di successo, ha pubblicato per Salani due libri, Ladra di ricordi e Il terzo relitto, in cui mescola con sapienza archeologia e giallo. L’abbiamo invitata alla Corte dei medici, tentandola con una gustosa insalata.

Nella tua vita precedente eri un’accademica rigorosa e dedita alla filologia, specializzata in storia del mondo tardo antico. Archiviata questa esperienza, cosa ti ha lasciato?

Direi che è stata fondamentale.  Non si è conclusa come avrei voluto, è vero. Ma è stata importante. Anche se all’Università mi sentivo soffocare un poco. Nel senso che il rigore scientifico ti obbliga a cancellare certi aspetti della personalità. Un altro passaggio fondamentale è stato l’aver vinto il concorso a cattedra per Lettere. Mi piaceva e mi piace il mio lavoro ma la scrittura mi mancava, proprio l’atto della scrittura. Ho pensato che sarebbe stato bello scrivere un libro per recuperare la disciplina che amavo, ma in un modo diverso.

Hai creato un personaggio, Isabella De Clio, dai tratti particolari.

Isabella è un’archeologa preparata. Una ragazza, alta, sportiva, spigolosa, schiva, che ama il pericolo. Ha subito un trauma infantile: l’abbandono del padre. Questo ferita provoca in lei atti di cleptomania: si impadronisce di oggetti legati ad una persona come per rubarne un pezzetto e tenerlo sempre con sé in modo che non possa sfuggirle. Ha, ovviamente, problemi con gli uomini che sono, da un lato, generazionali, ma, dall’altro, anche caratteriali. Ho circondato Isabella con una coppia di amiche diverse: quella sposata con figli e la single. Volevo mostrare uno spaccato della società di oggi.

Gli uomini che incontra sono fortemente connotati.

Beh, è vero, hanno una personalità forte. Il commissario Caccia è un family man, molto serio e scrupoloso. Isabella per lui è una tentazione da vivere a distanza. Paul Anderson è un uomo d’avventura come lei. Più ambiguo, di sicuro, e con una moglie Penelope devota – per ora, ammicca Barbara -. Ottavio è un uomo pieno di ombre, forse – Barbara non condivide in toto la mia antipatia per il personaggio -.

Isabella si trova invischiata in un giallo a sfondo storico in cui arriva, spesso, a rischiare la vita pur di trovare non solo il colpevole, se così si può dire.

In ogni libro c’è un oggetto, il reperto, che scatena il desiderio, la passione del possesso che è una componente umana molto forte.

Questi tesori perché sono importanti?

Il cameo intorno a cui ruota la vicenda di Ladra di ricordi è il regalo di nozze donato da Ottaviano a Clodia, la moglie-bambina, e da lì si dipana tutto il meccanismo. Inizio ogni libro sempre enfatizzando un dettaglio trovato in una fonte (Appiano, per esempio, per Ladra di ricordi) e poi costruisco una trama per far comprendere al lettore la storia che è dietro quel manufatto. Per esempio, Fulvia, moglie di Marco Antonio, desidera la villa del vicino e lo fa porre nelle liste di proscrizione.

Come fai ad intrecciare piani temporali così lontani?

Costruisco due trame parallele che sovrappongo, confondo, dilato. Insomma, ci gioco.

Scrivi ogni giorno o hai dei periodi in cui preferisci farlo?

Scrivo molto d’estate e anche a Natale. Sono in pausa dal lavoro e mi concentro di più.

Barbara, com’è cambiata la tua vita dopo la pubblicazione del tuo primo libro?

Posso dire che è stata ed è un’esperienza fantastica. Ho conosciuto gli scrittori che amo di più tra i quali c’è Donato Carrisi. Giro per l’Italia e questa circostanza mi ha permesso di conoscerla bene, anche realtà molto piccole.

La tua famiglia come ha reagito a questa fama?

Mia figlia è scettica e mi tiene con i piedi per terra. Mio figlio è più pacato nei commenti e sta ad osservare cosa succede.

Sono gelosi del lavoro che ti allontana da casa?

No. Sono protettivi: mia figlia ha il timore che possa rimanere delusa. Mio figlio è più concreto, della serie goditi il momento!

I tuoi libri sono piaciuti molto: Ladra di ricordi è alla quinta edizione e Il terzo relitto alla seconda.

Devo dire che il pubblico ha apprezzato il mio lavoro e questo affetto è molto importante per me.

Quale sarà il prossimo oggetto del desiderio nel nuovo libro?

Lo dico in anteprima: è la corona di Archimede. Il libro uscirà a settembre.

Quali fonti hai adoperato per questo volume?

Barbara ride – Questo è un segreto assoluto! Non posso rivelare nulla!

Come ti vedi tra 10 anni?

Mi vedo come autrice di romanzi storici ma con più avventure e meno giallo.

Sempre sull’antica Roma?

No. Potranno essere ambientati in qualsiasi periodo.

Il sogno di Barbara Bellomo?

Desidero che i miei libri siano tradotti in altre lingue. Lo troverei entusiasmante.

Su queste parole si conclude la nostra cena  con Barbara Bellomo alla Corte dei medici con un augurale brindisi a Barbara e a Il peso dell’oro, il terzo e ultimo volume della serie che uscirà a settembre.

 

 

 

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